Assassino o curatore?

TITOLO: The Calling – vocazione omicida

GENERE: thriller

ANNO: 2014

REGIA: Jason Stone

PAESE DI PRODUZIONE: Canada

DURATA: 108

Hazel Micallef è una detective prossima alla pensione, vivendo nella cittadina sonnolenta di Port Dundas (Ontario, Canada) non ha molto lavoro da svolgere ma in compenso ha preoccupazioni derivate dal divorzio (odia la nuova donna dell’ex) e un dolore fulminante alla schiena. Quest’ultimo la costringe spesso a prestare attenzione alle movenze e per alleviare i dolori prende quotidianamente antidolorifici.
A “risvegliarla” dal torpore ci pensa il primo omicidio nella sua carriera, una donna anziana malata terminale viene trovata uccisa brutalmente con la testa quasi staccata. Non sarà il primo omicidio e la scia si allungherà anche all’esterno dei confini comunali; proprio quando in città era comparso un uomo molto affabile che pratica una medicina alternativa. Cosa si cela dietro questa scia di omicidi e chi è quella figura misteriosa? Micallef è chiamata ad investigare aiutata da agenti giovani e motivati, ma i suoi superiori cercheranno di metterle i bastoni fra le ruote.

The Calling è un thriller anomalo ispirato da un romanzo e girato da Jason Store che è riuscito ad assoldare una grande attrice come il premio Oscar Susan Sarandon. Oltre a lei è il caso mi menzionare anche Donald Sutherland e Gil Bellows.
La pellicola inizia come uno dei tanti classici film polizieschi, al ritrovamento della vittima iniziano le indagini serrate della polizia dove la figura del detective hard-boiled è sostituito da una stanca ma attenta detective un po’ attempata. Si capisce da subito che il ritmo non sarà frenetico e gli autori si concentrano molto sulle dinamiche della cittadina dando vita e voce a molti personaggi con segreti e particolarità. La seconda parte invece prende una forte sterzata verso il thrilling abbandonando lo stampo poliziesco/noir e questo anche grazie all’ascesa al protagonismo della figura del mistico curatore che dice di chiamarsi Simon (si scoprirà essere Peter, non che cambi molto il nome). Ma perché un uomo apparentemente così buono è anche così violento da uccidere persone seppur morenti in maniere brutali? Micallef inizia ad indagare verso la religione cattolica dopo aver ipotizzato che le vittime siano morte con le bocche spostate prima del rigor mortis come a pronuncia di una lettera (questa idea è geniale e mai vista in un poliziesco). Tali parole sembrano essere latine e questo apre una pista molto tortuosa fatta di parabole religiose in commistione con credenze mistiche e filosofeggianti.
The Calling è un buon film aiutato enormemente dal buon cast, la Sarandon non sarà perfetta nei panni della detective ma fa sempre la sua bella figura davanti alla cinepresa. Anche il personaggio del serial killer è molto intrigante perché ha due medaglie e non si sa quale preferire fra le due, la scena nella cameretta di una bambina malata sotto agli occhi della madre è ad incorniciare! Le cose che dirà l’uomo sono un ottimo costrutto su cui riflettere, il finale invece non sarà altrettanto memorabile ma almeno potremo subodorare in parte la ragione che lo hanno spinta a fare ciò.
Consiglio la visione caldamente agli amanti dei thriller anomali, per lo meno non vedrete sempre lo stesso stilema. Sulla lentezza si può anche sorvolare perché serve ad ambientarci in quella provincia canadese molto “famigliare”, tant’è che il giovane poliziotto nuovo arrivato si troverà dopo pochi giorni a cena da Hazel e madre.

VOTO: 7